
Stress lavoro correlato e burnout, un problema anche del settore agricolo
Stress lavoro correlato e burnout, un problema anche del settore agricolo.
Ansia e stress sul luogo di lavoro sono tematiche che un imprenditore deve saper riconoscere ed contrastare tempestivamente, evitando che i propri dipendenti vadano in Burnout. Non si tratta soltanto di una necessità legata al benessere dei lavoratori, ma anche dell’impresa stessa. Lavoratori insoddisfatti e frustrati comportano, inevitabilmente, una gestione inefficiente del lavoro e delle risorse aziendali.
La differenza tra SLC e Burnout:
Nel mondo del lavoro si parla sempre più spesso di stress lavoro-correlato, inteso quale “condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale (…), conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro” (Accordo Quadro Europeo 2004), e della sua conseguenza diretta, il c.d. burnout dei lavoratori (letteralmente bruciato/consumato).
Sebbene possa sembrare una problematica nuova e legata prevalentemente alle nuove generazioni, tanto da esser stata inserita, quale “fenomeno professionale”, nell’elenco delle malattie da parte dell’OMS soltanto nel 2022; il burnout è, in realtà, un fenomeno noto da decenni. Infatti, tale “patologia” è stata catalogata per la prima volta dallo psicologo americano Herbert Freudenberg nel 1974 come un fenomeno psicologico che porta ad un progressivo affievolimento della motivazione e degli stimoli, soprattutto nel contesto lavorativo, rendendo, di fatto, inefficiente, nonché frustrante, il lavoro svolto.
Semplificando, il burnout non è altro che la cronicizzazione dello stress lavoro-correlato.
Non vi sono dubbi sul fatto che non si tratti di una criticità riguardante soltanto il lavoratore – il quale ne subisce le conseguenze a scapito della propria salute psicofisica – ma anche i datori di lavoro, sia sotto il profilo di un potenziale calo di produttività dei propri collaboratori, sia per la conseguente – o talvolta, a causa della – creazione di un clima di lavoro ostile, dettato da insoddisfazione e insofferenza.
Un problema che riguarda anche il settore agricolo e vitivinicolo:
Lo stress lavoro-correlato e il burnout possono, potenzialmente, riguardare tutti i settori produttivi, essendoci alla base diversi aspetti connessi all’organizzazione e all’ambiente di lavoro.
Il settore agricolo non è certo esente. Infatti, a causa delle peculiarità legate alla produzione agricola e vitivinicola – quali, ad esempio, l’imprevedibilità della produzione e gli intensi ritmi di lavoro dettati dalle condizioni meteorologiche e stagionali – i lavoratori del settore sono particolarmente esposti a condizioni di stress, tanto acuto quanto, potenzialmente, cronico.
Tutto ciò, ovviamente, non riguarda esclusivamente i lavoratori dipendenti, potendo generare le medesime conseguenze anche in capo agli imprenditori agricoli e determinando, dunque, una sorta di circolo vizioso in cui tensioni e frustrazioni si amplificano e moltiplicano.
Il contenimento di questi fenomeni deve, quindi, essere una priorità delle aziende.
Il ruolo delle aziende: prevenzione e contrasto dello stress sul posto di lavoro
In linea con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, per la quale “ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose” (art.31), l’articolo 2087 c.c. sancisce che è onere del datore di lavoro (l’imprenditore) l’adozione di idonee misure volte alla tutela dell’integrità fisica ed alla personalità morale dei prestatori di lavoro.
Inoltre, a far tempo dal 31 dicembre 2010, tutte le aziende sono soggette all’obbligo di redigere il documento valutazione dei rischi (DVR), compresi i rischi “collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004” (art.28 D.lgs. 9 aprile 2008 n.81).
La valutazione del rischio si articola fondamentalmente in due fasi: la prima di valutazione preliminare, volta ad evidenziare la presenza di eventi c.d. sentinella, dai quali si può desumere la diffusione di elementi di stress correlati all’organizzazione o all’ambiente di lavoro (assenze per malattia; lamentele da parte dei dipendenti; turnover); la seconda fase, invece, consiste in una valutazione approfondita, la quale si conclude con esito negativo in caso di assenza di elementi di rischio, ovvero, in caso contrario, positivo. In questa ultima ipotesi, l’azienda dovrà pianificare e adottare opportuni volti a correggere le criticità emerse.
La giurisprudenza ha, inoltre, chiarito che in caso di inerzia da parte del datore di lavoro, consapevole della presenza di condizioni “stressogene” tali da poter cagionare un danno alla salute dei dipendenti, esso potrebbe essere tenuto al risarcimento del danno stesso.
In ogni caso, il ruolo del datore di lavoro non può, e non deve, limitarsi ad essere successivo, essendo di fondamentale importanza la prevenzione di tali fenomeni stressogeni.
Al fine di prevenire l’insorgenza delle circostanze da cui derivano le condizioni di stress lavoro-correlato e burnout dei dipendenti, le aziende potrebbero adottare alcune misure, quali l’incremento di misure di welfare aziendale, la predisposizione di indagini periodiche (anonime) sul clima aziendale, percorsi formativi volti alla creazione di un ambiente di lavoro sano ed inclusivo, nonché limitando e sanzionando i comportamenti scorretti e/o discriminatori tra colleghi.
Per la realizzazione di un luogo di lavoro anti-burnout, occorre, quindi adottare un approccio sistematico, rivedendo anche le strutture organizzative e i processi di leadership.
In conclusione
L’attenzione alla salute mentale dei lavoratori non rappresenta solo un dovere morale e legale, ma ha anche notevoli riflessi sulla produttività dell’impresa. Tuttavia, la corretta individuazione delle strategie da adottare non è sempre agevole. È, quindi, indispensabile l’ausilio e il supporto di professionisti ad hoc che possano guidare le aziende step by step.
Estratto dall’articolo pubblicato su L’ENOLOGO ON LINE – la rivista ufficiale di Assoenologi
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